martedì 26 marzo 2019

PELLE

di Erica Baldaro

Lascio sul letto il carapace di me stessa
e ne esco larva di carne
bianca e umida.
Mi trovi così,
nuda e bavosa,
e mi chiedo che cosa uscirebbe dal mio corpo
se ci affondassi i denti,
(sangue o inchiostro o qualcosa di oleoso come il petrolio)
se ci affondassi le mani,
e se nella cassa toracica molle
troveresti una gabbia di ossa contro cui grattare le unghie
o quel pugno fibroso del mio cuore
che riposa in una sacca morbida
a borbottare e a fare le bolle
in qualsiasi cosa mi riempa.
Ho paura delle tue mani
ma più di ogni altra cosa
più delle unghie affilate e dei denti
più degli spigoli dei gomiti e delle ginocchia
più del pelo che ti ricopre
ho paura delle orbite con cui mi guardi
e con cui mi rivesti di corazze che non sono mie
mentre io vorrei che mi spogliassi
che mi pelassi strato dopo strato
e che alla fine
senza più niente fuori
senza più niente attorno
mi dicessi
ecco ti ho vista
ecco sei mia.

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